Cosa sono i dati di prima parte?
I Dati di Prima Parte, conosciuti anche come First-Party Data, sono informazioni di proprietà dell’azienda riguardanti i suoi clienti ottenute tramite l’interazione diretta con essi. Possedere questi dati può rappresentare un enorme vantaggio competitivo per un’azienda, ma la loro gestione deve basarsi su una strategia corretta e ben precisa.
Il meccanismo che sta alla base della raccolta di questi dati è sicuramente l’instaurazione di una relazione di fiducia e trasparenza con i propri clienti. Prima di affidare le loro informazioni personali nelle mani di un’azienda, i consumatori vogliono essere sicuri che questa agisca rispettando il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
In questi ultimi anni, a seguito di diversi scandali riguardanti l’invasione della privacy online, l’interesse degli utenti si sta focalizzato sempre di più su questo argomento. Le persone pretendono, in quanto tutelate dalla legge, che i loro dati personali vengano trattati correttamente.
Qual è la vera importanza dei first-party data?
Se sfruttati in maniera corretta, i dati proprietari possono risultare uno degli strumenti più utili per chi si occupa di marketing e comunicazione. Utilizzando queste informazioni, infatti, gli esperti perfezionano le strategie di comunicazione e migliorano l’indirizzabilità dei messaggi andando a creare annunci sempre più personalizzati. Tutte queste tecniche che caratterizzano l’era moderna concorrono ad aumentare le probabilità di acquisto del bene/servizio offerto dalle aziende.
Come raccoglierli?
In un mondo in cui internet regna sovrano, le aziende sono in grado di trasmettere il proprio messaggio a pubblici sempre più numerosi. La presenza di un pubblico più vasto però, non implica che sia diventato più facile anche convincere le persone a mettere in atto i comportamenti desiderati, anzi.
Al giorno d’oggi i consumatori sono costantemente bersagliati da migliaia e migliaia di annunci pubblicitari, tanto che hanno sviluppato la cosiddetta attenzione selettiva. L’essere umano, anche conosciuto come homo oeconomicus, dispone di risorse cognitive limitate che gli impediscono di analizzare tutti gli stimoli presenti nell’ambiente. Il ruolo dell’attenzione è quello di agire come un filtro che non fa passare le informazioni inutili trasformandole in un “rumore di sottofondo”.
Un altro fenomeno molto interessante che ha influenzato negli ultimi anni l’attenzione dei consumatori è il fenomeno di cecità ai banner: siamo talmente abituati a vedere banner pubblicitari all’interno delle pagine web che visitiamo che non facciamo neanche più caso ad essi.
L’attenzione selettiva e la cecità ai banner stanno rendendo il processo di conversione dei consumatori una parte estremamente delicata e complessa del lavoro dei marketers. Che si tratti di finalizzare una vendita o, come in questo caso, ottenere dati personali dell’interlocutore, la parola chiave è sempre la stessa: interesse.
Se un’azienda riesce a stimolare l’interesse del suo target, le possibilità che raggiunga i suoi obiettivi sono più elevate. Come abbiamo visto però, l’interesse dei consumatori non verrà neanche stimolato se non vi sono gli elementi di fiducia e trasparenza alla base della relazione con l’azienda.
Una volta stabilita una relazione di reciproca fiducia, l’azienda può raggiungere la sua audience sfruttando diverse strategie di marketing. Uno dei metodi che ultimamente risulta tra i più efficaci è sicuramente il Content Marketing. Questa tecnica viene sfruttata specialmente quando il pubblico è ancora freddo, ossia durante la fase di Awareness ed Engagement del funnel di conversione.
Per mezzo del Content Marketing si riesce a creare una situazione win-win dove entrambi i soggetti escono vincitori. L’azienda crea e condivide gratuitamente contenuti di valore; al contempo il pubblico, se li ritiene di qualità, sarà automaticamente portato a compiere il comportamento desiderato.
Come utilizzarli?
Dopo aver raccolto le informazioni personali ed essersi assicurati che queste vengano trattate nel rispetto della legge, si passa allo step successivo.
Il secondo passaggio, quello in grado di aumentare le probabilità di generare entrate, consiste nell’organizzare e utilizzare i dati in maniera adeguata. Un database aziendale che contiene informazioni specifiche sui clienti e i loro comportamenti permette agli esperti di migliorare la profilazione del target.
Il risultato di una migliore profilazione si concretizza in un perfezionamento della Customer Journey che corrisponde al processo di trasformazione di un lead generico in un cliente fidelizzato. Questo percorso è in grado di costruire engagement ed è caratterizzato da numerosi punti di incontro (o touchpoint) tra il brand e il consumatore. L’ottimizzazione dei touchpoint del funnel di conversione permette di creare una soluzione customer-oriented che pone il consumatore al centro dell’esperienza utente.
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