Google ha annunciato che il blocco dei Cookie di terze parti dal browser Chrome è stato rimandato al 2023.
L’avvenimento che rivoluzionerà il funzionamento del web e di tutti i business che gravitano intorno a esso è stato quindi rimandato di un intero anno. Il piano iniziale presentato dal colosso del web prevedeva infatti l’eliminazione graduale dei third-party Cookie che si sarebbe dovuta concludere all’inizio del 2022.
Che cosa sono i Cookie?
In ambito informatico i Cookie sono dei file di informazioni che vengono registrati sui device degli utenti dei siti web per memorizzare i loro dati e migliorare la loro esperienza di navigazione.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un graduale incremento dell’astio da parte degli utenti nei confronti dei Cookie poiché la sensazione che trasmettono è quella di monitorare ogni loro mossa. Di fatto è così, i Cookie servono proprio per tenere traccia dei movimenti di navigazione degli utenti. Il motivo che sta alla base dell’uso dei Cookie, però, è quello di voler analizzare il comportamento delle persone per offrire i contenuti più adeguati ai singoli.
Nonostante questa relazione di amore-odio nei confronti dei “biscotti” del web, essi presentano grandi vantaggi sia per gli utenti di internet che per i digital marketers:
- Dal punto di vista degli utenti i Cookie offrono l’enorme comodità di memorizzare i propri dati, un elemento che permette di velocizzare notevolmente la navigazione sui siti web migliorando la loro usabilità.
- Dal punto di vista dei digital marketers invece, i Cookie permettono di offrire una Customer Journey ottimizzata che influenza in maniera positiva l’attaccamento al brand. Inoltre, avere a disposizione un’analisi dettagliata sulla navigazione degli utenti permette di studiare i loro comportamenti nel dettaglio e sviluppare strategie di marketing su misura.
Diverse tipologie di Cookie
Esistono diversi tipi di Cookie che si differenziano in base all’ente che li controlla e alla loro durata nel tempo. Considerando l’ente che li controlla, i Cookie possono essere divisi in:
- Cookie di prima parte o first-party Cookie. Viene creato dal server del sito web visitato dall’utente. I first-party Cookies servono per rendere personalizzata la navigazione degli utenti memorizzando le loro impostazioni e preferenze (es. lingua, username e password, ecc).
- Cookie di terza parte o third-party Cookie. Viene creato da un dominio diverso rispetto a quello del sito visitato. Questo tipo di Cookie studia il comportamento online degli utenti e viene utilizzato dai pubblicitari per fornire ads in linea con le caratteristiche del singolo utente.
Quando il parametro preso in considerazione è invece la loro durata nel tempo, i Cookie si suddividono in:
- Cookie di Sessione. Sono file di informazioni che vengono utilizzati unicamente durante la permanenza dell’utente sul sito web e si eliminano in automatico una volta lasciata la pagina.
- Cookie Persistenti. Sono informazioni dell’utente che vengono memorizzate dal sito web visitato per un periodo di tempo più esteso con lo scopo di facilitare l’esperienza di navigazione.
Rivoluzione Cookieless
Non è ben chiaro il motivo che ha portato alla posticipazione della data inizialmente prevista, quello che è certo è che il giorno tanto atteso (e temuto) arriverà. Per questo motivo è necessario che le aziende si preparino per tempo per affrontare questo cambiamento epocale. Il settore del marketing digitale deve sfruttare al meglio questo periodo di transizione aggiuntivo che si è presentato per provvedere a implementare soluzioni alternative che permettano di far fronte a un mondo senza Cookie.
Google è di gran lunga il motore di ricerca più utilizzato al mondo con una quota di ricerche che raggiunge cifre astronomiche. Nonostante questa sua caratteristica distintiva rimane uno degli ultimi a prendere provvedimenti nei confronti dei Cookie di terze parti.
La rivoluzione Cookieless, infatti, non è di per sé una novità per il panorama del web. Già dal 2017 infatti, Safari non supporta più i Cookie di terze parti e ha bloccato la collezione dei dati di terza parte, il che limita le possibilità di tracciamento degli utenti da parte degli advertisers.
Nella lista dei motori di ricerca che hanno eliminato i third-party Cookie troviamo anche Firefox (2019) e Edge (2020), il quale pone un importante focus sulla questione della privacy permettendo ai suoi utenti di gestire le impostazioni dei Cookie.
Come sopravvivere allo scenario Cookieless
Per anni il settore della pubblicità online ha fatto affidamento sui Cookie per creare strategie di marketing efficaci ed efficienti. Nonostante i first-party Cookies continueranno a poter essere utilizzati nel rispetto GDPR, bisognerà far fronte al cambiamento imminente che coinvolgerà i third-party Cookies.
I marketer e gli advertiser stanno pian piano sviluppando soluzioni di tracking alternative in grado di sostituire il loro utilizzo garantendo la massima privacy per gli user di internet: Analizziamo le più famose:
- FLoC (Federated Learning of Cohorts). Questa alternativa ai Cookie di terze parti prevede la suddivisione degli utenti in coorti, o gruppi, in base ai loro profili e alle loro preferenze. Dopo aver subito numerosissime critiche da parte degli esperti a causa dei potenziali rischi di discriminazione degli utenti, FLoC viene già considerata un’opzione superata ed è stata sostituita da successive proposte.
- The Topics API. Topics è una proposta di Privacy Sandbox che determinerebbe i temi e gli argomenti che più ti rappresentano basandosi sulla tua cronologia di ricerca. Queste informazioni vengono trattenute per tre settimane, dopodiché vengono eliminate da tutti i database e vengono sostituiti dai nuovi interessi che ti caratterizzano. Google Chrome prevede inoltre la possibilità per gli utenti di visualizzare ed eventualmente modificare i topics che secondo il machine learning li rappresentano maggiormente.
- Fledge API. Questa proposta di Google riguarda attività di remarketing e si basa anch’essa sui temi più rilevanti per gli utenti . Questo tipo di API (Application Programming Interface) crea un’asta per selezionare gli annunci più appropriati da mostrare all’utente in base ai siti che ha visitato in precedenza.
In ogni caso è di dovere sottolineare che i dati di prima parte (First-Party Data) rimangono senza dubbio una risorsa inestimabile per tutti gli advertisers in quanto sono informazioni riguardanti gli utenti che le aziende ottengono tramite il sito web, i social media, attività di Customer Relationship Management, e-mail, etc. Questo tipo di risorsa ha un valore enorme e bisogna sempre farne buon uso.
Come è ormai chiaro, le logiche sulle quali si è mossa l’industria pubblicitaria per anni sono in una fase di transizione epocale e presto saremo testimoni del loro cambiamento definitivo.
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